domenica 6 febbraio 2011

risposta non c'è, o forse chi lo sà....

da molto tempo giustifico lo zero impegno diretto alla politica amministrativa locale, dicendomi che ho da fare,
che sono vecchio (per la politica), che ho già provato (senza riuscire).
che la cultura è meglio.
un libro un disco un pensiero gli amici sono meglio
se però mi guardo dentro, e mi rispondo sinceramente dico che è rassegnazione.

e che è sbagliata, (qualunquismo?).
per strane coincidenze,che accadono, stimoli di riattivazione stanno arrivando da più parti.
sul blog alberto parlava di una necessaria indignazione, marlor segnala un libro sull'importanza della bellezza del paesaggio che stiamo massacrando, parlando di qualità della vita legata alla bellezza dell' ambiente.
stesso discorso alla presentazione di un libro in biblioteca a Sanremo dove il relatore chiedeva alla politica di fare la sua parte (etica? cementifera?) ed all'intellettale di stimolare e risvegliare il concetto di bello.
l'ho visto come il non volersi sporcare le mani, ed ho chiesto perchè l'intellettuale non entra nella politica amministrativa specialmente locale per indirizzarla.

nel frattempo a roma la commissione non approva, il governo decreta ed il presidente rimanda.
stanno massacrando anche la rassegnazione?
e se provassimo a ribellarci entrando nelle istituzioni?

1 commento:

Adriano Maini ha detto...

"entrando nelle istituzioni" lascia di sicuro intendere un nobile impegno civico, merce molto rara di questi tempi, ma non del tutto irreperibile.