giovedì 31 dicembre 2009

un perchè o due

Chi è garabondo?
Garabombo( il nome corretto) è un personaggio letterario da me molto amato, nato dalla penna di Manuel Scorza, è vittima di una curiosa malattia: diventa invisibile quando presenta reclami alle autorità.
io lo dico garabondo, che mi piace di più, e lo fà sembrare senza radici, non per significare ilaverle o averle dimenticate, ma per sentirsi viandante del mondo, radice di ogni territorio.
quando ero giovane, ed essendolo stato lo sono ancora, a san remo c'erano le librerie ed i librai.
io ero innamorato delle librerie e della libraia ' Ivana, Sanremolibri, ed i miei pomeriggi erano fantastici,parlati seduti,interrotti, sfogliati.
la prof.ssa Pagliano del liceo mi aveva avvicinato alla lettura con i libri giusti; l'amico Cane Giovanni, punto di riferimento della mia adolescenza, mi aveva fatto crescere nei sotterranei e sulla strada con Kerouac e portato alle verdi colline d'africa con Ernest. Ivana mi aveva invece aperto alle porte della percezione e del sociale con i rulli di tamburo di Rancas, e di lì sono partitio e fermato più.
e Rancas diventò nella realtà Badalucco, Triora, la Valle Argentina, e quel rullo di tamburi non si è interrotto nò; e continua oggi .
Rancas è poi diventata Macondo e mille altre città ed io le altre mille facce di Garabondo, ho suonato il mio tamburo di latta, ho amato Emma, sono stato Pablo ed il lupo della steppa, Sharazade e Robin Hood, un bevitore santo.
Rancas e Garabondo sono stati il mio Big Bang.

Oggi il blog con nome e faccia.
Questa Italia, questi tempi dissennati, il potere arrogante e la sua disinformazione scientifica mi hanno portato a questa consapevole scelta.
esserci con le proprie idee, con il nome e con la faccia, certo che il dissenso è democrazia e confronto. dissenso che non significa contro o contrario ma spunto per DIALOGHI E ANALISI, dialogo che con il passare del tempo e con l'esercizio costante tornerà ad essere frutto di un pensiero, magari anche sbagliato, e non l'estetica di un attimo o la spettacolarizzazione di una immagine di persona o la maniera dell'ultima trasmissione televisiva.

ecco quindi che leggere uno schermo significa già non essere davanti alla televisione ma inter agire. non subire nel silenzio passivo della fruizione televisiva.

e poi speriamo bene,
che costa un po' di impegno se si crede nella speranza intanto proviamo a fare la nostra parte.