martedì 9 marzo 2010

come concordato con papà e mamma, giorno di ferie, e di corsa a badalucco per le pulizie nell'uliveto e nella vigna prima del pioggia prevista.
il freddo era impossibile, non sentivamo più le mani il fiato il naso; alcune folate di vento sembravano una cattiveria fisica, tant'è che per il pomeriggio abbiamo rinunciato.
mi sembrava di aver sprecato un giorno di ferie ma....
dopo mangiato e due bicchieri di nostralino, una bella trasmissione di Augias, sul terzo e verso l'una, per un libro scritto da un prete che si definiva eretico, poi un caffè fatto gorgogliare e salire dalla stufa a legna, sedia verso il finestrone, gambe distese modello pistolero nel saloon, vista sul ponte di santa lucia e libro (per la cronaca Panchine di Beppe Sebaste) .
nel silenzio ogni tanto un crepitare di ciocco d'olivo.

forse la mezza giornata di festa valeva la pena, ed il vento freddo è stata una benedizione,
questo momento mi ha detto che è non sprecare i giorni.
non che dietro ad una scrivania siano buttati, ma senz'altro non sono vissuti pienamente come questo appena vissuto, che mi permetterà domani come al solito di essere allegro e contento con tutti i colleghi che incontrerò, anche se l'età c'è e la pensione no, ed anche lontana.

1 commento:

filo ha detto...

Che bel pomeriggio di pace, bello riappropriarsi di un tempo con i nostri ritmi. Perché non si può passare la vita facendo quel che ci piace fare?
Il libro di Sebaste è piaciuto anche a me.