lunedì 8 febbraio 2010

decantare

....ho lasciato passare un po' di tempo per il decanto, e adesso dico la mia:
il Premio Biamonti Frontiere non mi è piaciuto.
e lo spunto me lo ha dato la presentazione ad Apricale del libro "La giocatrice di Apricale" storia di amore e Pallone elastico (balun au pugnu) di Giacobbe.
Bella l'idea, bello l'argomento ( che è roba nostra e della Granda) , poca gente ma tanto cuore e tanta passione.
Mi si è aperto il cuore.

il premio Biamonti Frontiere è arrivato a 9 anni dalla morte di francesco ed è stato istituito ad uso e consumo di una intellighentia, Francesco Conte ed universitari vari. Assegnato ad uno scrittore (Maestro) che amo molto e che quel pomeriggio avrebbe potuto dire qualsiasi cosa. Sarebbe andata bene, avrebbe avuto applausi.
Per quel poco che ho di Francesco Biamonti (conosciuto personalmente e letto nella Prima edizione del1983 dell'angelo di Avrigue, grazie all'amica Ivana della Sanremo Libri,) dico che era un uomo del territorio e della Terra, era uno scrittore della gente e del sentire.
penso che un suo premio non l'avrebbe costruito così.
e se si fosse voluto un premio su Biamonti scrittore e anima, memoria per il futuro, pensato su di lui , non sarebbe arrivato 10 anni dopo.
io credo che istituzioni, provveditori e poeti, per Francesco avrebbero dovuto portare i suoi scritti nelle scuole superiori provinciali come libri di lettura e riflessione, per poi farsi raccontare dai ragazzi le sensazioni, per poter capire se sanno del respiro degli alberi e della vita dei sentieri.
se sanno delle grandi anime dei vecchi al bar o all'uscio.
a questo deve servire Francesco scrittore. A salvare il nostro salvabile, a recuperare il recuperabile.
francesco scrittore è un sensibilizzatore potente.
ha visto nel quotidiano cose che a noi sfuggivano, e ce le ha indicate. non dimentichiamole.
avvicinarsi ai suoi libri renderebbe consapevoli i nostri ragazzi di quei valori che oggi la TV cancella, dell'importanza non tanto delle radici, quanto del corpo, dell'anima e del suo contesto.
e ridare voce e vita a quello che lui amava conoscendone il senso e la memoria.
invece nel caso del Premio Frontiere penso si sia pensato più ad una autoreferenzialità dei relatori, che a portare Francesco in giro e negli occhi e nelle teste dei giovani ai quali noi non insegnamo a vedere come Francesco.
cosa di cui un giorno ci pentiremo.

anche Francesco come Tabucchi era è e rimarrà un MAESTRO.

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