domenica 6 giugno 2010

ecco che ho trovato le parole

questi periodi che mi vengono, per fortuna brevi, mi sono già venuti e mi verranno ancora. e sò che mi mobilitano.
così riesco a contrastare queste apatie. questa settimana ho combattuto con una giornata di ferie per l'uliveto 'l'orto' 'la vigna e il frutteto a raccogliere ciliegie e fragole.
poi il ponte e ieri in biclcetta dal mattino per due uscite fantastiche- sanremo-isolabona-baiardo-san remolo e discesa X 2.
e così ristò bene, respiro grosso e sabato sera a san biagio per ascoltare le leggere e simpatiche affabulazioni di Maurizio Maggiani.
e poi la voglia di serate al bar, col bicchiere in mano a mangiar parole che non siano solo memoria ma idee di futuri possibili....
ed ecco le parole che ho trovato, le ha scritte una poetessa per gli altri.
quindi sono anche le mie.

IL VECCHIO PROFESSORE

Gli ho chiesto di quei tempi,
quando eravamo così giovani,
ingenui, impetuosi, sciocchi, sprovveduti.

E' rimasto qualcosa, tranne la giovinezza - mi ha risposto.

Gli ho chiesto se sa ancora di sicuro
cosa è bene e cosa è male per il genere umano.

E’ la più triste di tutte le illusioni – mi ha risposto.

Gli ho chiesto del futuro, se ancora lo vede luminoso.

Ho letto troppi libri di storia – mi ha risposto.

Gli ho chiesto della foto, quella in cornice sulla scrivania.

Erano, sono stati. Fratello, cugino, cognata, moglie,
figlioletta sulle ginocchia, gatto in braccio alla figlioletta
e un ciliegio in fiore e sopra quel ciliegio
un uccello non identificato in volo – mi ha risposto.

Gli ho chiesto se gli capita di essere felice.

Lavoro – mi ha risposto.

Gli ho chiesto degli amici, se ne ha ancora.

Alcuni miei assistenti, che ormai hanno anche loro ex assistenti,
la signora Ludmilla che governa la casa,
qualcuno molto intimo ma all’estero,
due signore della biblioteca, entrambe sorridenti,
il piccolo Gianni, che abita di fronte e Sergiulio - mi ha risposto.

Gli ho chiesto della salute e del suo morale.

Mi vietano caffè vino e sigarette,
di portare oggetti e ricordi pesanti.
Devo far finta di non aver sentito – mi ha risposto

Gli ho chiesto del giardino e della sua panchina.

Quando la sera è tersa osservo il cielo.
Non finisco mai di stupirmi,
tanti punti di vista ci sono lassù – mi ha risposto

Wislawa Szymborsa.

3 commenti:

zefirina ha detto...

una delle mie poetesse preferite, semplice e diretta

filo ha detto...

Non sono riuscita a venire sabato a San Biagio, spero di esserci venerdì 18 per Erri de Luca.

Anche per me la Szymborska è tra le mie preferite.

pia ha detto...

BELìN, A SAN BIAGIO IO C'ERO!!! E NON CI SIAMO INCONTRATI PERCHè NON "CI SAPEVAMO Lì!"
ALLORA SARà PER IL 18, NON MANCARE, Nè...