giovedì 30 dicembre 2010

jean giono

ho finito di rileggere Risveglio.
nella pace di queste giornate d'inverno.
descrizioni bucoliche e di venti che adesso conosco e che non conoscevo dieci quindici anni fà alla prima lettura.
leggendo sentivo la campagna,rivedevo le mulattiere che portavano agli uliveti,sentivo il fischiare del vento freddo contro che ti rinserrava e faceva inchinare la natura.
davanti agli occhi le mani screpolate di mio padre, nel silenzio della potatura della vigna, e di mia madre che raccoglieva olive.
rivedo ora le nuvole che corrono a rinpiattino.
ricordo al crepuscolo, il vento che cedeva il passo alla notte che calava.
mi ritorna , fermo, dritto in piedi, come un ulivo, lo scrivere di Biamonti.
descrizioni e ricordi, venti e attese, ulivi e ginestre, silenzi e parole, scritti raminghi e la notte e poi il silenzio.
sento arrivata l'ora di rileggere francesco, con la maturità degli anni, la conoscenza del territorio e della campagna.
perchè oggi ho capito anch'io che il vento và e poi ritorna, ho capito che il vento, per largo che sia, non porta via nulla, ma dà respiro, vita, ed è soffio vitale.
e se lo sai sentire "u te scioa u pensà".
come il raccontare di Francesco

martedì 28 dicembre 2010

è passato il natale?

queste feste che non lo sembrano.
senza infrasettimanali.
un natale che mi è passato inosservato.
e questo freddo.
un buon momento per rinchiudersi e raccogliersi
una buona rimpatriata tra reduci grazie ai Nomadi e poi notti di tisane,
perchè le nottate diventino invernali,buie, silenziose e assorte, con le nuvole che camminando leggere e lente nascondono luna e desideri.

giovedì 23 dicembre 2010

consiglio per le feste..

.. di natale.
agli amici che leggono poco consiglio la lettura di un libriccino adhelphi, da 5 euro di stephan Zweig -Mendel dei libri-.
vale leggerlo che si apprezza la bellezza dei margini,l'essere al mondo senza esserci

quest'anno causa l'anticipata raccolta e frangitura delle olive, non regalerò libri ma una bottiglia trasparente riempita di torbido olio ( sturbuu) con etichetta fatta a mano, con dedica che definisce l'olio come uno dei libri che la terra ci scrive, e che noi condendo usiamo e gustiamo per leggere la terra.
e qui un distinguo:
l'olio o il vino artefatti, sono pur sempre olio e vino, ma come una cosa è leggere Calvino, Marquez, Dostojewski o Izzo, altro è leggere moccia o "don" brown.
che al palato possono sembrare anche più buoni ma sono ben altro che nutrimento.

l'artefatto è bello,buono al palato, ben confezionato,fruibile facilmente.
L'olio ed il vino, quelli veri; per condire basta una goccia,
per bere bastano due gotti, entrano dentro, vànno in profondità,
devi imparare il gusto un po' aspro, ma quando lo sai.....
moccia non lo digerisci più, anche perchè non riesci più a berlo.
in casa almeno.

domenica 19 dicembre 2010

pensieri

stamattina ero con gli occhi al mare, all'orizzonte, aspettando l'alba.
autunno primavera ed inverno mi capita giornalmente di non perdermi l'alba, e mi piace, mi fà pensare con calma.

mi perdo invece quasi tutti gli "imbrunire", parola che preferisco alla parola tramonto. sfortunatamente in quelle ore lì sono affacendato sempre, e mi manca quella possibilità che ho avuto in altri tempi, di aspettare il passaggio alla notte, in campagna o in riva al mare, tranquillo, solo o parlando con qualche amico.
e trovavo pensieri profondi che diventavano benessere fisico, creandomi un senso di equilibro che al mattino, al risveglio prima dell'alba, c'era ancora.

sabato 18 dicembre 2010

mi sono rallentato

Finite le olive (in anticipo sui tempi soliti), arrivato il freddo, in attesa della luna di gennaio per le potature pomeridiane,mi sono rallentato.
ho recuperato il lavoro in ufficio,
ho ripreso le letture ed ho visto, a casa, qualche bel film.
mi sento pronto per le uscite natalizie con gli amici, e già mi vedo con loro, gli occhi sbronzi all'alba puntati al sol dell'avvenire, sperando non siano i soliti CASINI furbi, ma che un frullo d'ali ed un colpo di VENDOLA soffi via un bel po' di vecchiume.

ah.... che bello "quando sembravano vere anche le utopie" ed io che c'ero, ricordo, volevo senz'altro un mondo meglio di così.
voglio anche dire che a me è andata bene;
ma non sono contento completamente.
lo voglio dire per i tanti amici che non ce l'hanno fatta,che non hanno avuto la stessa fortuna e che poi non abbiamo aiutato per non dire dimenticato.

una volta arrivati la lotta si è fatta solo dialettica, alla scrivania.
davanti ad una tazza calda di caffè