domenica 31 gennaio 2010

celebrare salinger

venerdi sera ho pensato di leggere a mio figlio ( 10 anni) un bel racconto di salinger.
siamo abituati alle letture prima di dormire e mi segue con attenzione, anche quando i libri che scelgo sono letture amate da me e non proorpio letture da bambini.
quindi anche riletture.
Senza ricordi freschi ho riletto " un giorno ideale per i pesci banana."
l'ho trovato più perfetto di quel che ricordavo, forse perchè leggere ad alta voce rende di più, e mi incantavo con stupore, tanto da non accorgermi.............
che lui si era addormentato.

cosa che non succede mai ( che lui si addormenti.)

ho riposto il libro, gli altri otto racconti se li leggerà quando sarà più grande, noi per le sere continueremo con rulli di tamburo per rancas.
un capitolo a sera.
e poi continueremo con l'epopea di Scorza.
per arrivare sotto

giovedì 28 gennaio 2010

tabucchi e l'oggi

sabato arriva a sanremo per ritirare il premio Biamonti lo scrittore Antonio Tabucchi.
è uno scrittore che ho amato molto, e che ho conosciuto e seguito dai primi suoi libri.
ho potuto leggere la sua evoluzione ed amarlo sempre, per le idee ed il modo di scriverle.
l'ho letto quasi tutto, compreso l'ultimo "il tempo invecchia in fretta" che ho trovato molto bello, intelligente per attivare i cervelli.

visto che andrò ad ascoltarlo ho pensato di rileggere un suo libro.

ho scelto tra i 7 che ho -Tristano muore- e la cosa mi ha stupito, anche perchè ero partito per rileggere Notturno Indiano o Donne di porto Pym, che erano stati libri molto amati.

visti i suoi libri miei, uno vicino all'altro ho preso Tristano, che non ci pensavo prima.
c'entrerà mica il momento che viviamo?
e tutti i Casini che stiamo assistendo?
bella domanda per chi mi legge
mi piacerebbe qualche commento.

martedì 26 gennaio 2010

....è già il 25 gennaio e devo ancora finire i panettoni..., ma l'idea di regalo di natale me lo rende la vittoria di Vendola alle primarie, anche se ormai c'è da festeggiare ben poco, anche se attimi come questo fanno intravedere una possibilità.
"la possibilità di un'isola?"
e per farmi forza per forza devo ritornare indietro alla malinconia dei ricordi.

ai tempi in cui il bicchiere aveva sempre la sorsata corta.
e non toglieva la sete e la voglia di trovare quello che saremmo stati se non avessimo imparato o voluto la vita. e meno che mai oggi la toglie oggi.

tempi in cui il padre e la madre erano vecchi sempre comunque dovunque e su ogni cosa(anche se adesso non mi sembra strano che siano ancora così giovani)

ed era il tempo in cu parlavi con i tuoi miti ,loro ti parlavano, e c'erano i vecchi in cui credere, punti di riferimento che ti facevano camminare, correre credere
oggi il rischio è di parlarsi addosso e soltanto resistere

sabato 23 gennaio 2010

fatica e serenità.

"damme u cuettu cue tende e piglia u saccu chu l'è su posavu ca se ne andamu...."
e così anche quest'anno le olive sono finite. non l'uliveto che più avanti poteremo.

adesso in casa, davanti ad un buon thè fumante a ritemprarmi:riflessione.
quando ero piccolo andare in campagna non mi piaceva, mi sentivo solo anche se c'erano i miei, mi metteva malinconia e parlare con gli alberi mi annoiava.
oggi non è più così; anche quando vado da solo in Fraitusa, ci vedo mio nonno, mio padre, sento i contadini di un tempo chiamarsi dalle fasce, sento fischiare e cantare, e rivedo anche me nel fiume con le mani sotto i sassi a cercare trote e anguille,o strunado due bughe.
rincorrere lucertole sui caldi muri delle fasce.
oggi mi è quasi necessario staccare dal lavoro e diventare anche solo un giorno alla settimana contadino.
e mi pesa essere ancora un po' lontano dalla pensione e non poter diventare quello che probabilmente diventerò:
un contadino di ritorno.
e queste faticose giornate accelerano il tempo e portano ricordi e serenità, e la naturale fatica della sera ha una bellezza che i contadini riconoscono e rispettano.
ed io a quella fatica voglio arrivare.

a dire bene un conto è la campagna per vivere, un'altro è coltivarla per avere una produzione familiare e per gli amici. come faccio io e per essere sincero.

pensiero un pò strano

sono appena tornato dal teatro dell'albero di San Lorenzo. ho ascoltato un buon concerto del gruppon In Vivo Veritas, che si è chiuso con la canzone di Fabrizio De Andre' il giudice.
tornando a casa pensavo a come passa il tempo e cambia le cose.
da ragazzo era una invettiva contro i nemici giudici e sistema.
oggi, in questa italia quà dobbbiamo ancora stare dalla loro parte!!!!!!!

martedì 19 gennaio 2010

rosarno

Rosarno ormai è già bello e andato e dimenticato.
e non ha prodotto niente di quello che un paese civile doveva produrre, non dico le dimissioni del governo ma almeno le scuse pubbliche, non proprio la repressione delle cosche mafiose, ma non senz'altro la caccia allo sfruttato, malversato e ghettizzato.
e lo sdegno della chiesa?
invece niente; dove si dovrà arrivare per che ci si indigni con vera rabbia?
e se sono mancati i cortei giovanili non dipende anche dal fatto che possano essere mancati i cattivi maestri? cioè noi?
sicuro.
per questo si dovrà scendere in Piazza il primo marzo, nella stessa maniera in cui lo si faceva negli anni 70.
striscioni cartelloni, chitarre e sorrisi, bloccando le strade per far capire che ci siamo anche noi e che siamo con loro, e dire a loro che non sono soli, anche se può sembrare.

venerdì 15 gennaio 2010

prima promessa per l'anno 2010

Mi ho promesso di vergognarmi quando non prenderò posizione (cosa che negli ultimi anni accadeva e sempre con più spesso).
Vergognarmi quando non dirò la mia, quando cioè, per non urtare conoscenti o amici, perchè intanto il mondo mica lo cambiamo noi, evito.
perchè vedo dove siamo arrivati e come siamo diventati. e sono certo che nel mio piccolo, aver mollato l'impegno e il confronto dialettico con gli altri, sia stato un errore.
ho sicuramente guadagnato tempo per la famiglia e spazi per me, ma il tempo libero speso in lettura, musica, bicicletta e campagna, nel darmi un piacere fisico e mentale immenso, mi tendono all'isolamento, ed ho paura che mi portino ad una rendita da posizione che possa poi diventare anche arroganza culturale .
quindi RICALARSI nell'impegno, anche senza partito, è d'obbligo.

la sopra riflessione è nata da un sogno/visione simil politica.
ho pensato che contro Sarkozy si candidava Martine Abry; che vinceva le elezioni e che come conseguenza
Carla Bruni si separava per sposarsi con lei.
già mi era simpatica e mi piaceva prima, con il sogno sono passato all'innamoramento.

mercoledì 13 gennaio 2010

ulivi e Bader Meinhof

ieri in campagna negli ulivi..
oggi in ufficio..

ebbè è stato questo stacco a sottolineare differenze.
raggiungere la campagna, l'aria fredda ed il mattino,mulattiera in salita, il frrusciare del vento ed il sordo rumore del vallone in lontananza sono qualcosa di magico e di altrove, e mi hanno dato la sensazione di essere ai margini, il senso che con un salto si potesse andare via e staccarsi. un'idea concreta di leggerezza e della bellezza dei margini.

stamattina per l'ufficio. Macchina. Buio. Vigile. Coda al Liceo. Ufficio. Lampadina e Computer. fruscio del Computer acceso e della lampadina. Squilli di telefono, trazioni di un fax.

ieri sera poi mi sono visto il film sulla storia della Banda Bader Meinhof, e mi ha creato dei pensieri.

io ho cinquantadue anni;
in quei tempi il capitalismo era una cultura, e la soluzione combatterlo con la violenza (terrorismo) era una via ideologica di contrapposizione sbagliata ma che seguiva una logica (Lenin diceva che la violenza poteva essere giusta e morale se era a vantaggio delle masse)
Oggi il capitalismo non è più una cultura, ma la sola ricerca del massimo profitto.
oggi la contrapposizione potrebbe essere la campagna, creando cooperative, consorzi, (le storiche comuni?)
e mi ritorna in mente il mitico Veronelli Luigi e ai suoi De.Co. le denominazioni Comunali dei prodotti per certificare garanzie quòlità e non quantità
perchè non tornare a parlare come lui e recuperarlo anche un po'
rileggere alla ricerca dei cibi perduti sarebbe un bel gesto politico nò?!

lunedì 11 gennaio 2010

ulivi

spero in un pò di buontempo, che asciughi le fasce.
il tempo brutto mi ha fatto risparmiare tre o quattro giorni di ferie e
non sono così andato a "Sbattere" vulgo abbacchiare le olive.
non hanno patito il gelo perchè sono in Meosu che è non troppo in alto come uliveto,
ma sono dispiaciuto perche volevo fotografare l'ingresso della campagna, con gli ulivi le reti ed uno scorcio della casetta,da inserire nell'intestazione del blog che devo ancora completare.

la foto è funzionale al blog, perchè in questo momento della mia vita, la campagna, ulivi e vite, la letteratura con la poesia e la musica le vivo come forme di soppravvivenza all'oggi ed anche come idea di resistenza continua.
ed anche il blog, spero lo diventi, come forma e nella sostanza.

venerdì 8 gennaio 2010

anch'io

nelle feste anch'io ho regalato agli amici dei libri, e come faccio ormai da tanti anni, quando regalo libri già letti non li impacchetto neanche per fare finta che, ma li dò e stop.
anche durante l'anno regalo libri che ho letto, che mi sono piaciuti e li regalo a chi penso possano piacere a poterne poi parlare.
questa volta mi è successo con una collega alla quale voglio bene anche se non la conosco abbastanza da avere certezze dei gusti.
gli ho dato più libri, e molti non gli sono piaciuti, non li ha neppure finiti, ma gli avevo fatto una dedica che mi sembrava venuta bene e che mi piace riportare:

"sempre in un libro che si ama c'è qualcosa di sè.
Quando si consiglia un libro ci si offre,ci si spoglia, ci si dice.
Questi parlano per me, di quando ero giovane, sono passato anche da loro per arrivare fin quà e così. sicuramente ci sono state anche persone, amici e cose che ho vissuto, riso e bevuto. Certamente anche al tempo che passa. all'amore e al disincanto. e ai libri
che mi hanno permesso di accelerare il tempo e la vita, di vivere il tempo e le cose che non avrei avuto il modo di vivere.
Libri che hanno saputo darmi e dirmi le cose di cui avevo bisogno in quel momento con le parole giuste e spiegarmi il senso.
.............................................
se c'è!!!!!!!!!!!

giovedì 7 gennaio 2010

libri

ho approffitato di queste feste e di me per leggere due libri avuti come strenna natalizia dagli amici.
TABUCCHI: leggendolo non sono riuscito a staccarmi dalla pagina;le sue parole e le sue analisi mi portavano dentro il libro e dentro me, a pensieri che ho.
riesce sempre a dire le cose che io sento con le parole che io non trovo.
poi
ERRI DE LUCA: ogni 4 righe vado via, non arrivo in fondo alla pagina che con gli occhi e la testa sono già nei boschi di funghi, o negli ulivi con gli occhi al cielo terso delle giornate fredde dell'inverno.
che è per me una lettura più faticante.
Tabucchi ormai è un compagno di viaggio dai tempi di Notturno Indiano ( sarà che ormai sò leggerlo?) ed i suoi ritorni son sempre bei momenti.
tra l'altro al 30 dicembre sarà a Sanremo per il ritiro del premio Biamonti ed esserci sarà opportuno anche per ringraziarlo del suo scrivere.

lunedì 4 gennaio 2010

si vada a incominciare

come un eterno ritorno... fine anno al bar con gli amici , allegria e vino e canti, poi anno con la famiglia , brindisi e tombola, poi risveglio mattutino e....
oihbò, quest'anno niente bicicletta.
i tormenti dell'età mi lasciano seduto in casa, ed allora ricomincio con due note di buona musica, e trovo e ascolto con le voglie della memoria il Coltrane con Naima, e poi due righe di libro che sono nell'aprire a caso le città invisibili di Calvino..

penso proprio che la fine e l'inizio dell'anno siano state ottime e sono contento.

ma la gioia più grande l'ho avuta nel tardo pomeriggio, sul divano, con la LETTURA, eseguita ad alta voce anche per mio figlio Giovanni ( anni 10) dell'articolo del Magico Eugenio Scalfari sull'ultimo Espresso.
il suo elogio della vecchiaia dice con le parole giuste quello che io sentivo e non riuscivo a dire, ma che vivevo e vivo e faccio ogni giorno, senza più frenesie.
ed i consigli per le RILETTURE, che sono i miei gusti ( e di tanti spero).
anch'io ogni tanto provo a leggere qualche autore nuovo, ma di pochi il poco mi rimane,perchè io vivo il tempo di oggi con i miei 50 anni e passa, e sono figlio di una somma di storie e del mio passato,
Quanto invece da raccogliere nella rilettura di un libro che tanto mi aveva aiutato, stimolato e ed anche formato da giovane .
e rileggerlo è sempre uno stupore nuovo, perchè come ben diceva Borges, rileggere un libro è leggerne uno nuovo e diverso sicuramente, perchè il tempo ha cambiato noi e col tempo è cambiato anche lui, il libro.
ed è bello non avere più fretta, potersi fermare a pensare sapendo che non si perde niente, e che anzi si perde qualcosa sempre quando si corre, quando si vuole andare forte.
lunga vita al punto di riferimento Scalfari, e spazio alla grandezza della vecchiaia che permette un approccio ai fatti CULTURALE.